Riconoscimento dei Tatuaggi e Security
Archivio, 10 ottobre 2017, Intelligenza Artificiale e Tattoo
Il rapporto tra tatuaggi e security origina dalla necessità per le forze di polizia metropolitane statunitensi, negli anni ’70 dello scorso secolo, da una parte di delimitare, attraverso i graffiti
murali, le zone urbane di competenza delle gang e, dall’altra, di associare gli individui alle gang stesse. Il tatuaggio inizialmente fu utilizzato come simbolo di appartenenza dalle gang sud americane ma rapidamente estese la sua funzione anche al resto della criminalità organizzata giovanile, sul modello delle Yakuza giapponesi e con i dovuti distinguo di natura antropologica.
Parallelamente e conseguentemente è accresciuta la funzione del tatuaggio come fattore di osservazione della popolazione carceraria: oltre allo storico utilizzo all’interno delle prigioni, la traslazione delle gang dentro gli istituti di pena statunitensi ha permesso di avere uno strumento di analisi maggiormente incisivo dei flussi e delle caratteristiche criminali afferenti, deferenti e stanziali.
Successivamente due fattori hanno contribuito ad aumentare l’interesse della security per questo elemento di evidenziazione ed individuazione visiva: il primo la diffusione che, negli ultimi venticinque anni, ha avuto il fenomeno indistintamente rispetto le diverse classi sociali, quindi non più ‘nicchia’; il secondo l’accresciuta capacità tecnologica di individuazione ed elaborazione dell’immagine.
Nel 2015 il NIST (National Institute of Standards and Technology) del dipartimento del commercio statunitense, assieme all’FBI, ha inizializzato un progetto di ricerca in più step finalizzato allo
sviluppo di tecnologie per il riconoscimento e la valutazione di analisi dei tatuaggi; d’altro lato aziende che offrono prodotti biometrici affidabili ad utilizzo commerciale sono da tempo sul mercato.
Il vantaggio di utilizzo per la security privata è evidente: esso va a sovrapporsi, in via confermativa ed alternativa, al riconoscimento facciale tanto in ambienti chiusi che in ambienti aperti. Attraverso AI che utilizzano algoritmi di machine learning, con opportuni data set, è possibile collocare il portatore del tatuaggio in contesti ambientali e sociali, così come classificarlo nelle presenze reiterate ed in base alla pericolosità pregressa sua e del gruppo di cui il tatuaggio eventualmente è simbolo comune.
Il contraltare è come sempre la privacy individuale e le implicazioni che la nuova tecnologia può comportare sul diritto all’anonimato di ognuno, di natura similare a quelle che riguardano il riconoscimento facciale.