Focus: Social Media Money, IPO, Russia e Droni Meccanici e Naturali

Archivio, 11 marzo 2019, innovation e corporate intelligence
Social Media Money
Facebook, Telegram e Signal sono tutti in procinto di lanciare entro l’anno sul mercato le rispettive valute digitali. Per il primo i lavori annunciati circa un mese fa, di messa in comune delle piattaforme di back-end tra Facebook, Instagram e WhatsApp, sono stati il necessario prologo al nuovo prodotto. I ‘rumors’ più attendibili indicano la messa in linea di un sistema centralizzato, tipo PayPal, al più caratterizzato a fini mediatici attraverso una moneta complementare. Non si intuisce infatti per Facebook la necessità di avventurarsi in una cryptocurrency, anche se in forma di stablecoin o di paniere di valute fiat, con le conseguenti problematiche di fluttuazione del cambio. Per Telegram e Signal il discorso invece è diverso. Entrambe hanno raccolto (molti) fondi l’hanno scorso per creare le rispettive cryptocurrency da utilizzarsi nelle piattaforme e, in ambedue i casi, l’ipotesi di stablecoin è opzione valida. I macro-universi composti da chi si occupa di retail digitale, cashing e cryptocurrency devono porre attenzione all’evoluzione del sistema nel complesso, dato il peso e l’articolazione degli attori in questione. Parametri strategici potrebbero mutare radicalmente sia in considerazione del numero di account in gioco sia della novità che viene posta in essere: WeChat e la Cina sono un buon esempio.
Finance Intelligence, la scomparsa delle IPO
Le statistiche del mercato USA indicano chiaramente un trend al ribasso delle aziende che ricorrono alle IPO (offerte pubbliche iniziali) per finanziarsi. Da sempre ritenuto strumento importante, soprattutto per le start-up nei round ‘A’ e ‘B’ di reperimento fondi con obiettivo il consolidamento di sviluppo, le IPO adesso sembrano aver perso appeal. Le cause sono da attribuirsi agli alti costi di inizializzazione e gestione e ad una deregolamentazione di mercato che facilita i finanziamenti per altre vie. Il pericolo è l’allontanamento dell’investitore medio dalle opportunità di impiego in realtà in espansione: trovare denaro presso ‘privati’ esclude di fatto il pubblico dal mercato in forma diretta, o indiretta attraverso i fondi. Se in un contesto come quello italiano, in cui pochissimi sono coloro che credono nelle nuove realtà, il discorso può sembrare ovvio e trascurabile in USA così non è. Il ‘parco buoi’ statunitense, per forma mentis, è sensibile da sempre a sostenere il pionierismo imprenditoriale ed ora, se le aspettative si confermeranno e non si escogiteranno soluzioni, si troverà progressivamente escluso da esso.
Sovranità Digitale, Test di Isolamento della Russia dalla Rete
La sovranità digitale è quel processo per cui una comunità, per esempio uno stato, ha il controllo della propria rete digitale interna. Questo si ottiene fisicamente, controllando i punti di scambio (di confine) con la rete globale e, dal punto di vista logico, attraverso piani operativi di disaster recovery che impediscano il collasso digitale, nelle diverse sfaccettature ed intensità, totale o parziale della comunità. Al di là dell’ottica politica, per cui il controllo delle rete interna permette in teoria la piena pervasività digitale nei confronti della comunità di riferimento, la sovranità digitale è un fattore strategico irrinunciabile, partendo dal singolo per arrivare, attraverso le forme aggregative orizzontali e verticali, agli stati e alle entità sovranazionali. Al pari di altre nazioni, in cui la consapevolezza strategica nazionale ha raggiunto livelli di maturazione, la Russia da diversi anni ha dato il via ad azioni legislative e tecniche per arrivare ad una situazione di fatto che permetta l’autonomia digitale in casi avversi. A questo scopo entro giugno è stato previsto un test di isolamento nazionale per verificare la risposta.
Volatili e Droni, simbiosi operativa
I droni hanno la caratteristica tattica di andare dove esattamente l’operazionale prevede e fare quello per cui sono tecnicamente finalizzati: hanno però, sempre tatticamente, autonomie modeste. Gli uccelli invece non hanno problemi di autonomia, utilizzano rotte prevedibili ma possono essere finalizzati solo parzialmente. Il connubio operativo tra i due ha portato all’elaborazione di scenari interessanti. Gli uccelli di maggiore stazza possono essere comunque equipaggiati di rilevatori geomatici (posizione, foto, termica eccetera) in grado di trasmettere in real-time o fornire dati in batch, al rientro del volatile in terraferma. Ecco quindi che l’uccello può servire come rilevatore ad ampio raggio e il drone come elemento per azioni mirate. Settori interessati per ora la pirateria marittima, la pesca di frodo strutturata, le rilevazioni ambientali e l’agricoltura, con obiettivo la creazione di scenario preventivi e predittivi.