Intelligence Economica nella TV-Series ‘ Dirty Money ‘

alessandro rossi🧟‍♂️💭
3 min readJan 17, 2020

Archivio, 18 marzo 2018, Intelligence Economica su Netflix

Dirty Money è una docu-serie televisa in sei episodi in onda da gennaio su Netflix che, dato il titolo, si occupa di denaro sotto una particolare ottica. Non si tratta di giornalismo investigativo, in quanto i giornalisti che si sono occupati delle diverse tematiche sono co-protagonisti degli episodi, ma di cinque documentari che si occupano di raccontare l’evolversi degli accadimenti che hanno portato ad indagini su attori economici e finanziari di settore. L’ultimo episodio è dedicato allo sviluppo delle meteora Donald Trump dall’inizio dei tempi e si scosta, come si vedrà, nell’impronta data dal resto. Tecnicamente tutta la serie è di ottima fattura, e non poteva essere diversamente dato il pedigree dei sei registi e del produttore scritturati da Netflix, e viene commentata in questa sede perché è un chiaro ed utile esempio di come l’intelligence si può diversamente coniugare, operativamente, in ambito economico, finanziario ed aziendale.

Il primo episodio tratta lo scandalo che ha travolto Wolkswagen negli USA riguardo le emissioni. Ha prodotto strascichi amministrativi, civili e penali a carico dei dirigenti della società, una caduta della reputazione dell’azienda e dei protagonisti ed è emblematico per quanto riguarda la manipolazione dell’informazione ad opera dell’azienda verso verso gli stakeholder interni ed esterni ad essa.

Il secondo episodio concerne il mercato del microcredito negli USA, quindi l’ambito finanziario; l’accadimento ha portato anch’esso a strascichi giudiziari di diversa natura in capo alla dirigenza ed è interessante osservarlo dal lato legal intelligence: per la differenza tra compliance e comportamento aziendale reale oltre che per l’utilizzo delle giurisdizioni di favore nel strutturare business con determinate finalità.

Nessun reato, fino ad ora, invece si realizza nella terza puntata, dove viene affrontata la strategia di posizionamento a Wall Street adottata da Valeant, industria farmaceutica statunitense, e da uno dei principali venture americani che l’ha sostenuta. Il ‘Dirty Money’ è, dal punto di vista della serie, quasi esclusivamente etico ed è utile in sede di competitive intelligence, per la politica di governance imposto dal management Valeant per con l’obiettivo di crescita del titolo, e dal punto di vista di financial intelligence, per la struttura architettata con il fine di centuplicare il prezzo dei farmaci a carico delle assicurazioni.

Ancora financial intelligence, questa volta in ottica di riciclaggio a favore del terrorismo e dei cartelli messicani della droga, nel passaggio dedicato a HSBC, il colosso bancario. L’utilità di intelligente si rivela, oltre che nella metodologia di elusione della normativa antiriciclaggio, anche nella manipolazione dell’informazione di compliance per propri fini da parte della banca. Magistrale infine l’attività di lobbying dell’azienda verso le autorità anche penali USA, che ha portato praticamente l’attore ad uscire indenne dallo tsunami che l’ha investita.

Infine l’unico passo, il quinto, non inerente i mercati o le legislazioni USA ma il Canada: esso descrive le fasi della guerra economica in atto per il controllo del mercato dello sciroppo d’acero, risorsa strategica canadese, tra l’associazione dei produttori e gli indipendenti. Interessanti anche le strategie adottate per eludere le restrizioni in chiave monopolistica poste dal governo regionale del Quebec a favore dell’associazione.

Il sesto episodio, l’ultimo, stona dal contesto in quanto analizza le ascese e le cadute di Donald Trump: vorrebbe portare alla conclusione che alla casa bianca si è insediato un imbonitore, anzi un truffatore, ma l’autore si scorda che la maggioranza delle persone era già al corrente del fatto, che Donald Trump è stato eletto per il suo programma e perché poteva presentarsi ed essere votato. Il lato interessante è, invece, realizzare come un’accurata pianificazione in fatto di comunicazione strategica di un brand (quindi SOCMINT) adattata ai diversi periodi temporali, ai media predominanti per ciascun periodo ed incentrata per bisogno dell’audience target può, negli USA, portare in secondo piano tutto il resto.

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Written by alessandro rossi🧟‍♂️💭

Innovation Intelligence Analyst| Meditator Zombie| Hikikomori White-Haired| Digital Borderline| Has A Black Hole Under The Pillow| A Bad Product Of💜Venezia🦁

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