Nuovi Mercati: Sex Robot e Dintorni

Archivio, 19 marzo 2019, competitive intelligence e sex market
In tema competitive i sex market legali (2015, ultimo anno di stime complessive attendibili) muovevano circa 120 miliardi di USD. Il dato, che non tiene conto del mercato della prostituzione (dove essa è normativamente o meno permessa), presenta tassi di crescita dell’ordine del 7% annuo. Le insight periodiche di PornHub d’altra parte sono un’ottima cartina di tornasole per la verifica incrociata dello stato di salute del settore.
Coloro che pensavano che la strada del ‘tutto gratis’ in rete, intrapresa da alcuni dei maggiori player da diversi anni, portasse alla scomparsa della pornografia comunemente intesa si sono dovuti ricredere: il settore si è rimodellato su nicchie diventate trainanti, come ad esempio le real-time cam personali. Sotto altro ottica il mercato dei ‘toys’ non ha mai subito interruzioni nella crescita: si è trasferito quasi in toto in ambito e-commerce, ampliandosi in quanto articolazione ed offerta.
A sostenere la costanza della crescita da un lato, come sempre, il progredire tecnologico sia con riguardo le connessioni e la sofisticazione dei device che in ottica delle performance delle piattaforme di vendita on-line. Sotto altro punto di vista (e curiosamente) al clima di oscurantismo sociale dettato dal ‘politically correct’, che progressivamente ha pervaso negli ultimi 10 anni il quotidiano, hanno fatto da contraltare mediaticamente produzioni televisive che, in maniera più o meno elegante, hanno concorso a sdoganare e rendere pubblica la sessualità della sfera individuale.
Ora la tecnologia ci sta mettendo un’ulteriore pezza prospettica sotto forma di intelligenza artificiale (AI), realtà virtuale (VR) e robotica. Le tre cose sono distinte solo nel nome: senza la sofisticazione di performance della prima le seconde non hanno, nei mercati connessi al sesso, molto senso.
Il binomio AI/VR è il più distante a realizzarsi. La realtà fisica è data dall’utilizzo spaziale dei 5 sensi: in alcuni settori essi non tutti sono necessari e, quindi, non è efficiente digitalizzarli per realizzare virtualizzazioni operative. Storage, manutenzione industriale, videogame, armi, applicazioni museali sono esempi attuali in cui vista, udito e tatto (magari anche solo a livello elementare e attraverso interfacce di non sempre agevole utilizzo) sono bastevoli a supplire il vero: intuitivamente, per le componenti necessarie al mercato del sex, si capisce come la strada da percorrere sia ancora molto lunga.
Cosa diversa i robot, i quali possiedono fisicità e attraverso AI progrediscono quotidianamente nei compiti a loro affidati e nell’interazione con l’umano. Nei sex-market essi sono l’evoluzione delle vecchie bambole di plastica. Dal lato antropomorfo i device hanno seguito l’evoluzione dei materiali e i produttori, attualmente, mettono in vendita modelli ad alto impatto e multi-gender.
La novità prossima a venire è l’interazione permessa appunto da AI, già offerta da alcuni modelli a livello elementare. Essa permetterà di abbattere il muro della dialettica a senso unico, che attualmente caratterizza in senso limitativo questa tipologia di (per ora pseudo) cyborg al pari di altri con funzioni sociali paragonabili (assistenza anziani, ospedaliera eccetera).
Anche in questo caso non si parla di WestWorld domani mattina: non si finisce di ripetere che tutte le applicazioni di AI sono oggi agli albori. Tuttavia il settore dei sex robot viene attualmente valutato circa 30 miliardi di USD (del complessivo visto prima) ed è composto da aziende prevalentemente statunitensi, molto giovani ed aggressive in termine di innovazione e sperimentazione. Diventa importante quindi porlo nel cruscotto sotto la linea degli osservati speciali.
Parimenti montano le polemiche circa l’inquadramento etico dovuto a questa tipologia di cyborg. I temi ricorrenti toccano gli effetti positivi e negativi sui rapporti interpersonali, l’inclusione nella sfera della sessualità delle disabilità e di altre categorie (sotto quest’ottica) border line (anziani soli, disagiati eccetera), per finire con gli strali contro eventuali ipotetici consensi riguardo perversioni patologiche che l’azione verso una macchina, anziché un’umano, permetterebbe. Mai come in questo caso si sta parlando del ‘sesso degli angeli’, essendo la storia nella realtà ancora tutta non solo da scrivere ma anche solo da poter immaginare