Ricerca, Innovazione, Intelligence eâŚIsraele
Archivio, 27 settembre 2017, ricerca e lâattivitĂ di intelligence
La ricerca e lâinnovazione nellâintelligence hanno duplice valenza: la prima appartiene al contesto dove il ciclo dellâanalisi di intelligence viene applicato.
Che il perimetro sia delineato dal singolo attore socio-economico operante in uno specifica nicchia settoriale o da quanto ricade sotto lâampio ombrello dellâinteresse nazionale non fa differenza: la ricerca e lâinnovazione sono due elementi che non possono prescindere nellâazione di preservazione e incremento della competitivitĂ e, quindi, devono essere fatti oggetto di unâazione di intelligence specifica da parte del decisore.
A livello privato la scelta di dedicare una parte di risorse dellâintelligence alla ricerca e allâinnovazione dipende dallâanalisi del rischio competitivo e dalla strategia adottata. A livello pubblico no: la ricerca e la conseguente innovazione sono fattori riconosciuti strategici con rilievo nazionale e quindi devono essere, al minimo, preservati quando non supportati nelle loro competitivitĂ .
Ciò è almeno quanto succede nei paesi maggiormente evoluti dal lato dellâinteresse economico innovativo: non rientra nel novero lâItalia dove, notoriamente e con ampia letteratura e riferimenti mediatici nel merito, la singolarità è che per poter far ricerca ed innovazione nella maggior parte dei casi bisogna trasferirsi allâestero. Se questa è la soluzione allora il conseguente problema di intelligence non sussiste, non essendoci niente su cui applicarla, a meno che non si inizializzi unâipotetica strategia di ritorno in patria dei âcampioniâ (diventati âcampioniâ a casa e con i soldi degli altri), accadimento che, attualmente, non sembra profilarsi allâorizzonte.
La seconda valenza deriva dal fatto che lâintelligence è essa stessa disciplina, quindi oggetto di ricerca e innovazione: il decisore responsabile di un attore (o di una funzione in unâorganizzazione), grande o piccola che sia, dedicata allâintelligence deve preoccuparsi a sua volta di svolgere ricerca e adottare innovazione se intende essere e rimanere competitivo.
La counter-intelligence rappresenta sintesi perfetta di tale necessitĂ perchĂŠ anche se si lavora adottando metodologie proattive ed anticipatorie la regola è, sempre e comunque, il supporre di essere un passo indietro rispetto lo stakeholder antagonista: in questâottica svolgere attivitĂ di intelligence senza rendersi conto di quanto i risultati della ricerca possono essere dâaiuto, sopratutto quelli ottenuti dagli altri, non ha senso.
Gli Stati Uniti hanno capito il tutto da un poâ di anni e nel 2006 hanno dato vita alla IARPA, lâagenzia governativa che si occupa di coordinare la ricercadi tutte le agenzie di intelligence statunitensi al fine di indirizzarla, in maniera sinergica, secondo quelli che vengono previsti essere, dai decisori politici, i bisogni strategici non attuali ma futuri. Altra cosa che gli Stati Uniti hanno capito è che il pubblico da solo non riesce a coprire tutto lo scibile tecno-sociale in cui si può articolare e dipanare la ricerca per cui il modello scelto per strutturare IARPA è stato DARPA, lâagenzia militare inizializzata alla fine degli anni cinquanta del novecento dal Pentagono con fini di ricerca e sviluppo. Il modello prevede dei contest periodici e strutturati a piĂš livelli, a cui possono partecipare ricercatori, enti, aziende consolidate e start up, cosĂŹ da sfruttare il lavoro ad opera dei privati a propri fini e, nel contempo, supportarlo quando i fini stessi coincidono. Il sostegno alle iniziative innovative ritenute strategiche, non esclusivamente di intelligence, avviene anche attraverso il funding: la CIA ha da diciassette anni un proprio fondo di investimento, IN-Q-TEL, al cui interno è presente anche un lab settoriale predittivo con finalitĂ di sicurezza nazionale.
Francia e Regno Unito, pur con caratteristiche peculiari, presentano dinamiche molto simili tra loro: in entrambi i paesi il turnover manageriale tra pubblico e privato è prassi di crescita e maturazione professionale; ciò avviene anche nellâintelligence e nella ricerca ad essa dedicata, venendosi cosĂŹ a creare una messa in comune esperienzale, ad alto livello, che ha contribuito a creare e consolidare un substrato comune di competenza, di conoscenza e collaborazione da cui i diversi attori attingono ed a cui fanno riferimento. La Francia inoltre nella propria architettura di intelligence economica nazionale a stampo dirigistico, recentemente rinnovata, ha introdotto delle strutture centrali e periferiche che si occupano specificatamente di ricerca ed innovazione, coordinandosi con gli enti privati territorialmente rilevanti.
Infine Israele, di cui il titolo. Il paese medio orientale da circa trentâanni ha praticamente fatto della ricerca e dellâinnovazione il motore della propria politica industriale: questo non solo entro i confini nazionali ma anche in tutti i paesi con cui intrattiene rapporti, attraverso una fitta rete incrociata di contest esteri da cui attinge per finanziare, e portarsi a casa, progetti innovativi. Il settore dellâintelligence non è estraneo al quadro generale che è inoltre è soggetto al medesimo scambio manageriale visto per Francia e Regno Unito. Altro fattore fondamentale è la leva obbligatoria, per cui in primo luogo i ragazzi con determinate attitudini vengono inseriti nei raparti specializzati, coinvolti nei progetti di ricerca e sviluppo e, una volta congedati, molte volte sostenuti a sviluppare proprie iniziative (la genesi di Waze è emblematica in tal senso); in secondo luogo essi rimangono a far parte della riserva e quindi, oltre ai specifici richiami biennali, continue periodiche relazioni vicendevoli rafforzano le competenze comuni. Sul lato funding sono presenti iniziative che attraverso la loro attivitĂ rendono lâidea della collaborazione pubblico privato meglio di qualsiasi parola e, nella primavera di questâanno, il Mossad ha inizializzato il proprio fondo.
Con riguardo lâItalia poche parole: è imbarazzante girare per i (pochissimi) eventi, anche formativi, dedicati allâintelligence in cui sono presenti (tra il resto) componenti che, per loro natura, dovrebbero essere dedicate alla ricerca e rendersi conto della cecitĂ innovativa e predittiva che ne risulta. Basterebbe un osservatorio ma, per lo stato dellâarte, si è ancora nellâambito della fantascienza.