Gli Schiaffi a Zuckerberg e la Strada in Salita di Libra e Gram

Nellâultimo mese il progetto Libra ha incontrato numerosi ostacoli nella strada della realizzazione, non ultimo quello dei sonori schiaffi indirizzati e ricevuti a vario titolo da Zuckerberg.
Lâaspetto caratterizzante del problema è che i dubbi delle autoritĂ monetarie mondiali si sono spostati dalla necessitĂ di avere informazioni, e rassicurazioni, circa il rispetto normativo da parte di Libra alla [mancanza] di reputazione che caratterizza Facebook e Zuckerberg. Se si analizzano le diverse audizioni che i responsabili del progetto hanno sostenuto con differenti gruppi, europei e statunitensi (in calce al post i riferimenti per gli approfondimenti), delle ĂŠlite monetarie e politiche si può constatare che lâiniziativa ha sempre espresso e condiviso, per voce dei suoi rappresentanti, la volontĂ di sottostare alle regole esistenti in tema di regolamentazione finanziaria. Anche quando è stato fatto presente che regole non esistono per inquadrare una novitĂ strutturale come quella prospettata (realtĂ effettiva, argutamente e finalmente sollevata da qualche illuminato del Congresso USA) la risposta di Libra Association è stata âfatele e noi la rispetteremoâ. Per intanto nessuna richiesta di autorizzazione, anche in bozza, è stata sottoposta a nessun ente delegato a concederne, compresa la principale del caso per giurisdizione e cioè la Finma svizzera.
Il focus quindi si è spostato sulla reputazione di Facebook. Nelle interrogazioni che hanno caratterizzato lâultimo mese il tema centrale si può riassumere in una domanda âCome ci possiamo fidare di Zuckerberg dopo ciò che si è verificato dal 2007 in poi?â. Il senso è il seguente. Strategicamente il gruppo Facebook con i dati degli utenti ha sempre fatto quello che riteneva, e ritiene, piĂš opportuno per i propri fini a prescindere da regole ed etica in essere. Quando i comportamenti irregolari sono venuti alla luce ha posto rimedio e ha pagato le conseguenze; in prospettiva etica lâatteggiamento è stato il medesimo, per cui quando il costo della perdita di reputazione era stimato essere superiore al perdurare della condotta rimarchevole questâultima è cessata. In ambedue i casi danni anche notevoli ormai erano stati fatti. Qualâè pertanto la garanzia che ciò non si ripeta: allo stato attuale (a titolo di esempio, procedimenti in violazione antitrust in 47(!!) stati dellâunione statunitense) nessuno.
Il fattore reputazione è un fattore importante in ambito di cryptocurrency dove le regole devono essere ancora inventate e lâetica è unâopinione. Dopo dieci anni di Bitcoin & C. Libra, per il potenziale impatto, ha avuto il merito di portare in evidenza il problema ai livelli decisionali piĂš alti ma, paradossalmente, ne sta subendo le conseguenze a causa della reputazione del suo stesso proponente. Mentre alle regole si può porre rimedio alla predisposizione comportamentale reiterata negli anni di Facebook (e a come essa viene percepita dallâopinione pubblica) no: da qui la logica recente illuminazione di Zuckerberg per cui lâastio maggiore verso il progetto è di natura politica e non piĂš regolatoria.
Questa è la prospettiva degli âschiaffiâ del titolo. Da una parte quelli provenienti dellâesterno, di cui si è detto, dallâaltra quelli dallâinterno, con lâabbandono (pur non definitivo) del progetto da parte di 7 dei 28 potenziali associati iniziali, tra cui tutti i partner di rilievo operanti nel mercato monetario. Non è un problema di partner: se è vera anche di un decimo lâaffermazione, proveniente dallâinterno del progetto, per cui la coda dei pretendenti allâiniziativa è 1.500 entitĂ il raggiungimento di quota cento sarĂ solo una formalitĂ . Le difficoltĂ che hanno provocato la remissione degli impegni sono da far risalire a due fattori.
Il primo, il DOT ha invitato tutti i partecipanti allâassociazione, con sede negli USA, a dimostrare la conformitĂ allâattivitĂ da intraprendere sia dal lato finanziario che dal lato di quella in essere. Per i soci di origine non finanziaria questo può essere un problema di pervasivitĂ informativa; per quelli finanziari unâulteriore incombenza di natura investigativa a cui fare fronte, evento non desiderabile per chi, come PayPal per esempio, giĂ deve fare i conti con pesanti accuse di riciclaggio. Il secondo, il vedersi fagocitare nellâuniverso reputazionale di Facebook a causa della co-partecipazione.
Dallâolimpo sembra che Zuckerberg stia iniziando a capire che la musica sta cambiando se è vero quello che scrive (in calce il testo letto allâaudizione del 23 ottobre al Comitato dei Servizi Finanziari della Camera USA) e quello che dice. La strategia è in corso di modifica facendo leva su due fattori: lâammissione dei cattivi comportamenti passati e il nazionalismo. Con riguardo il secondo punto il concetto espresso è che la Cina a breve (ma non esistono date, neppure indicative) emetterĂ una sua cryptocurrency nazionale e Libra dovrebbe bilanciare il problema dal lato USA, tanto piĂš in un contesto di progressiva âdelorazizzazioneâ dei mercati (per la cronaca ed a proposito, Russia e Iran hanno adottato recentemente lâEuro per i regolamenti internazionali delle compagnie statali).
A prescindere che da letteratura per adesso il cryptoYuan è previsto solo ad uso interno, lâargomento necessita di una riflessione. Libra da white-paper dovrebbe essere una stablecoin basata su un paniere. Dopo insistenze della FED circa un mese fa si è riusciti a sapere che il paniere sarebbe composto al 50% da USD, al 7% da HKD e il resto diviso in parti pressochĂŠ uguali tra GBP, EUR e JPY. Chiunque conosca il funzionamento dei panieri sa che è lâalgoritmo di compensazione ad essere un fattore definitorio fondamentale, non la composizione (e cioè âchi flutta in funzione di chi altro e di quantoâ, vedi funzionamento dello SME prima dellâEuro), cosa che da Libra Association deve ancora venire fuori. Non si tratta di unâinformazione secondaria a livello di tecnica economica e la cui assenza rende le dichiarazioni di natura nazionalistica di Zuckerberg utili ad imbonire piuttosto che a rassicurare: ipotizzando regole lineari ed eque riferite al paniere il vantaggio per USD sarebbe zero perchĂŠ il 50% sono valute concorrenti.
Sullo stesso tema si sono espressi Andreessen Horowitz, fondo facente parte dei 28 fondatori e ancora dentro lâiniziativa, che ha proposto una stablecoin basata solo su USD, e David Marcus, project leader di Libra, che ha prospettato, in maniera sorprendentemente confusionaria (per qualcuno di tale esperienza), convertibilitĂ alla pari con le diverse valute nazionali (4/5 Libra diverse?Mah?). Quindi ancora tante idee molto confuse.
A proposito di David Marcus egli esternato ultimamente due interessanti considerazioni. La prima è che se qualsiasi altro al posto di Facebook avesse presentato un progetto monetario globale del tipo Libra esso sarebbe stato osannato e non ostacolato. La dichiarazione ricalca quella di Mark Carney e del nostrano Davide Casaleggio in questo blog precedentemente riportate. Essa è vera ma nel mondo dei sogni. Allo stato attuale privati che possiedono mezzi e reputazione tali per intraprendere un progetto del genere non esistono: nella famiglia FAANMG (e cioè le digital-data-cleptocrazie globali) la reputazione di chi si comporta peggio è un testa a testa; idem per le entità sovra-governative eventualmente atte allo scopo: quelle monetarie, per ovvie ragioni di auto preservazione, non hanno interesse a farlo e quelle non monetarie, tipo ONU, hanno livelli di corruzione e costi burocratici tali da auspicarsi non lo facciano mai; il mercato da solo ha dimostrato con i Bitcoin di non essere in grado per ora di essere protagonista globale.
La seconda esternazione di Marcus è il fatto per cui il progetto è una rivoluzione strutturale in ambito monetario, capace di cambiare le regole del gioco molto probabilmente a favore degli strati sociali piĂš deboli e, parallelamente, a scapito del monopolio globale in essere. Anche questa è vera e ci siamo permessi di anticiparla mesi fa, in occasione del primo post di questo blog. Lâostacolo in questo caso è che lâunico attore che ha avuto (e ha) la forza di propugnarla è il big-brother per antonomasia, al quale sta bene cambiare le regole del gioco esclusivamente se esse sono a suo favore, non certo per finalitĂ di giustizia sociale.
Lo scenario a breve-medio termine è che Libra nasca (a proposito, nellâultimo mese è comparsa giugno 2020 come data possibile entro cui mettere in linea la stablcoin): sia per la volontĂ espressa recentemente dai 21 fondatori, in occasione della prima riunione formale, sia perchĂŠ Zuckerberg sembra punto nel vivo con riguardo la creatura. Come nascerĂ , tecnicamente, e dove resta tutto da vedere.
Stop anche per Gram di Telegram. Alcune precisazioni: Gram non è una stablecoin ed a Telegram, come sua abitudine dimostrata in altre occasioni, di regole esistenti ed ĂŠlite importa assai poco nel portare avanti i propri progetti che, fino ad ora, godono di ottima reputazione in ambito etico e di rispetto degli utenti. Quindi, contrariamente alla montagna di stronzate apparse su qualsiasi testata digitale (e non), italiana ed estera, se Telegram vuole mettere in linea Gram nessuno può impedirlo: era quanto previsto per la fine di ottobre. La SEC (documentazione in calce) nel tentativo di ostacolare il progetto ha messo sotto accusa la natura del token dellâICO (di successo) emessa da Telegram per ottenere i fondi necessari allâiniziativa. Quindi Telegram ha fatto ricorso e, in attesa di decisione e per la preservazione degli investitori, ha sospeso la road-map prevista. Nulla a che fare con divieti o altre impossibili misure da mettere in atto, come consuetudine per le cryptocurrency. Lo scenario breve-medio in questo caso dipende dal giudizio del tribunale federale chiamato a decidere: se fosse favorevole a SEC i tempi di messa in linea si allungheranno.
Di seguito i link per chi vuole approfondire i concetti sopra espressi.